CRITICA

di Mario D'Onofrio

 
 

 

Da questa mostra americana, in cui figurano insieme opere di scultura e di pittura, si comprende come Vito Berardi riesca a fondere ed esaltare nella dinamica figurativa dei "Tramonti" la successione delle notti e dei giorni quale spiegazione luminosa e magica del segreto della vita. Ciò anche quando nella nostalgica visione di un giorno che muore sembra riflettersi l'agonia di una vita. Allora tutto si colora di toni violenti e drammatici.
Nella pittura Berardi non fa che esprimere le sue doti di scultore. Dipingere è per lui esigenza coloristica e ricerca volumetrica ad un tempo.Si veda per esempio come il tema "La Famiglia" trattato prima in scultura prenda poi forma senza alcuna incoerenza o distonia in una composizione pittorica perfettamente omogenea.
Nella scultura si rivela la natura più intima e vera dell'artista, la sua personalità vigorosa e prepotente. Vito Berardi costituisce a blocchi e spinge la forma ad assumere l'aspetto di macchine o robot, come per definire la metamorfosi deformante di un'azione o di un sentimento umano all'interno di una società meccanizzata e consumistica. L'uomo condizionato tende ad allontanarsi dall'uomo: nascono l'iniquità e la prostrazione; la sofferenza diventa corale.
Ne "I due operai" l'artista ha voluto imprimere alle forme architettoniche dei blocchi plastici un alto senso dell'umano avvertibile nello sforzo fisico che le due figure compiono per aiutarsi a sopportare reciprocamente il peso di un asservimento psicologico: superfici squadrate ne aggravano la condizione, il volto anonimo, il passo lento e greve. Una figura curva sull'altra, una cadenza ritmica che si ripete senza anticipazioni di pause.Anche la luce mentre agisce liberamente sui vari piani compositivi sottolinea con sorprendente drammaticità l'ansia di spazio delle masse in tensione.
Berardi affida all'anatomia delle sue figure emblematiche il significato della rivolta contro la sofferenza, il compito di liberarsi attraverso una spinta interiore in uno sforzo tenace al quale tutte le membra partecipano: non è il risveglio da un sopore o la vittoria sull'oppressione, ma desiderio di riconquista della coscienza e della dignità.

 
   
 

In this exposition presented in American in which works of sculpture and painting come together, one understands Vito Berardi is able to estabilish and extol through the dynamic figuration of the "Sunsets" the succession of the nights and the days as enlightened and magical explanation of the secret of the life. That is to say that in the nostalgic vision of a day that dies the agony of life seems to be reflected. Them all colors itself in dramatic and violent tones.
The paintings of Berardi do not express hos qualities of a sculptor.Painitng for him is a coloristic necessity and the search for volume at the same time. For example one sees the theme "The Family" treated first in sculpture, and later takes on life without any incoherence or disharmony in a perfectly homogeneous pictoric composition.
In the artist's sculpture nature is revealed more intimate and true through his vigorous and over bearing personality. Vito Berardi constructs in blocks and expresses a form which assumes the appearance of a machine or robot to define the deformed change of an action or a human sentiment within a machanized and consumer society. Conditioned man tends to alienate himself from man, iniquity and prostration are born; syffering becomes integral.
In "The two workers" the artist wanted to express through the architectural forms of plastic blocks another sense of human feeling in the physical force that the two figures esert to help themselves support reciprocally the weight of a psychological servitude. The surgace area makes the condition, the unknown face, the slow and heavy step, worse.One figure curves upon another, a rhythm that repeats itself without anticipation of a pause. Also the light, white surprising drama the anxiety of space of the mass in tension.Berardi gives to the anatomy of this symbolic figures the significance of the revolt against suffering, the work of liberating themselves through an interior push in a tenacious force to witch all the members participate; it is not a reawakening from a stupor or a victory over oppression, but a desire to reconguer conscience and dignity
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